Vincenzo Rabito nasce a Chiaramonte Gulfi, nel Ragusano, il 31 marzo 1899. Secondo maschio tra sette fratelli, a causa della perdita del padre lavora da bracciante per sostenere la famiglia.
Analfabeta, apprende i rudimenti della scrittura e del far di conto dalla sorella. Nel 1917, non ancora diciottenne, combatte come fante nella Prima Guerra Mondiale.
Tornato a Chiaramonte, è costretto ad iscriversi al partito fascista per ottenere un’occupazione. Partecipa alla Seconda Guerra Mondiale e nel 1943 assiste allo sbarco in Sicilia delle truppe Alleate. Durante il Dopoguerra ottiene un posto fisso da cantoniere, che manterrà per ventidue anni.
Con una vecchia Olivetti, dal 1968 al 1975, redige un lungo memoriale narrando la storia della propria esistenza. Muore nella natia Chiaramonte il 18 febbraio 1981.
L’opera autobiografica è inviata nel 1999, dal figlio Giovanni, all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve di Santo Stefano (Arezzo), dove è custodita. Nel 2000 il diario di Rabito – un vero e proprio caso letterario – vince il Premio Pieve. Nel 2007 è pubblicato da Einaudi col titolo di Terra Matta.