Salvatore Quasimodo nasce a Modica, allora in provincia di Siracusa, il 20 agosto 1901. Dopo appena cinque giorni, la madre lo porta con sé a Roccalumera, presso i nonni. Figlio di ferroviere, trascorre l’infanzia seguendo il padre nei suoi spostamenti per la Sicilia. Nel 1909 si trasferisce a Messina, dove completa gli studi superiori diplomandosi geometra. Qui conosce Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira, con cui stringe amicizia e fonda il “Nuovo Giornale Letterario”, su cui pubblica le prime poesie. Nel 1919 si trasferisce a Roma, avvicendando lo studio del greco e del latino a lavori di fortuna. Impiegatosi nel 1926 presso il Genio civile, lavora a Reggio Calabria, a Imperia, a Genova, a Milano. Invitato dal cognato Elio Vittorini, ha anche modo di frequentare il frizzante ambiente fiorentino. Dal 1941, sempre a Milano, insegna Letteratura italiana presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi”, incarico che mantiene per tutta la vita. Poeta e traduttore finissimo – celebri le sue versioni dei Lirici greci (1940) – esordisce nel 1930 con Acque e terre. Esponente di primo piano dell’Ermetismo prima, del Neorealismo poi, ha pubblicato le seguenti altre raccolte di poesia: Oboe sommerso, 1932; Odore di eucalyptus ed altri versi, 1933; Erato e Apòllìon, 1936; Nuove Poesie, 1938; Ed è subito sera, 1942; Giorno dopo giorno, 1947; La vita non è sogno, 1949; Il falso e vero verde (1949-1955), 1956; La terra impareggiabile, 1958; Dare e avere (1959-1965), 1966. L’edizione integrale delle sue poesie – compresi testi inediti e dispersi – è stata riordinata a cura di Gilberto Finzi nel Meridiano Poesie e discorsi sulla poesia (1996). Nel 1959 Quasimodo è il vincitore del Premio Nobel per la letteratura. Muore a Napoli il 14 giugno 1968.