Salvatore Fiume nasce a Comiso, nell’allora provincia di Siracusa, il 23 ottobre 1915.
Frequenta il locale Istituto d’Arte sinché, a sedici anni, si trasferisce con una borsa di studio presso il Regio Istituto d’Arte del Libro di Urbino.
Terminati gli studi nel 1936, approda a Milano, dove conosce Quasimodo, Buzzati, Carrieri. Due anni dopo si sposta ad Ivrea per lavorare come art director per la rivista di Adriano Olivetti “Tecnica e Organizzazione”.
Data a questi anni il suo primo romanzo, Viva Gioconda!, pubblicato a Milano nel 1943. Ma Fiume fa parlare di sé anzitutto come pittore.
Nella sua prima personale presso la Galleria Borromini di Milano, nel 1949, un suo dipinto viene acquistato da Alfred H. Barr Jr., il direttore del MoMa di New York. Seguiranno per l’artista viaggi e commissioni in tutto il mondo, dall’America all’Etiopia.
Fiume si cimenterà anche nella scultura e nella scenografia teatrale, lavorando, tra gli anni ‘50 e ‘60, a una serie di spettacoli per il Teatro alla Scala di Milano, il Covent Garden di Londra, il Teatro dell’Opera di Roma ed il Teatro Massimo di Palermo.
Come scrittore pubblicherà altri due romanzi (I sogni di Luisa, 1983; Lettere clandestine, 1996), molti racconti (I miserabili, 1994; Che storie son queste, 1995; Linda, 1995), diverse commedie (Il tesoro dei Palagonia, 1983; Natale a Comiso, 1987), una tragedia (Ciavieddu. Ovvero la famosa tragedia di Comiso, 1978), alcune raccolte di poesie (Scrivo a te donna, 1993; La risata del fauno, 1995; La Musa Inattesa, 1995; Antico rogo, 1996; Salvatore Fiume a Milano, 1996) e persino un libro di ricette (Cucina d’artista, 1997). Pagine libere, del 1993, è la sua autobiografia.
Per la sua attività di narratore, poeta e drammaturgo, nel 1998 l’Università degli Studi di Palermo gli conferisce la laurea honoris causa in Lettere. Muore a Canzo (Como) il 3 giugno 1997.