Luigi Capuana nasce a Mineo (Catania) il 28 maggio 1839 in un’agiata famiglia borghese.
Dopo aver frequentato la locale scuola comunale è mandato presso il Reale Collegio di Bronte.
Nel 1857 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania, che abbandona definitivamente nel 1863, mentre già dal 1860 è nota la sua partecipazione ai movimenti filo-garibaldini.
Durante il soggiorno etneo stringe amicizia con Giovanni Verga, Federico De Roberto ed Emanuele Navarro. Nel 1864 si stabilisce a Firenze per rimanervi fino al 1868. Nello stesso anno ritorna a Mineo pensando di soggiornarvi per poco tempo, ma la morte del padre e le incombenze economiche lo costringono nell’Isola per quasi un decennio.
Diventa dapprima ispettore scolastico, poi consigliere comunale ed infine sindaco del paese. Nel 1877 lascia di nuovo la Sicilia alla volta di Milano; l’attività di narratore e di critico letterario e teatrale si fa in questi anni più intensa e prolifica. Nel 1889 lo troviamo a Roma per insegnare Letteratura Italiana presso l’Istituto Femminile di Magistero. Nel 1902 è chiamato a insegnare Lessicografia e Stilistica presso l’Università di Catania.
Muore nella città etnea il 29 novembre 1915. Maestro del Verismo italiano, tra i suoi capolavori si annoverano Giacinta (1879), Profumo (1890) e Il marchese di Roccaverdina (1901).