Giovanni Battista Hodierna nasce a Ragusa il 13 aprile del 1597.
Se poco sappiamo dei suoi studi giovanili, certo è l’interesse precoce per l’astronomia che lo spinge, nel 1618, ad ottenere il permesso di condurre le proprie osservazioni – utilizzando strumenti rudimentali – sul campanile della chiesa di San Nicola, tra i punti più alti della città.
Nel 1622 è ordinato sacerdote a Siracusa, mentre nel 1637 può dirsi concluso il suo periodo ragusano, giacché compare al seguito dei fratelli Carlo e Giulio Tomasi, impegnati nella fondazione del ducato di Palma di Montechiaro nell’Agrigentino. Nel 1645 il vescovo di Girgenti lo nomina arciprete del nuovo insediamento.
Nel 1656 il duca Giulio Tomasi lo designa matematico di corte. Muore a Palma il 6 aprile del 1660. Dotato di acume scientifico e appassionata curiosità, Hodierna subisce il fascino dei segreti della natura che indaga, con perizia, nei numerosi suoi aspetti: dalla meteorologia all’anatomia, dalla botanica all’ottica, dalla fisica all’entomologia, passando per l’astronomia.
È in quest’ultimo campo che raggiunge i più ragguardevoli risultati: studia i Satelliti Medicei di Giove, osserva Saturno e i suoi anelli, è straordinariamente all’avanguardia nella catalogazione di oggetti celesti di aspetto nebulare.
Autore di numerosissimi scritti, tra le opere più originali si rammentano L’occhio della mosca (1644), trattato sull’anatomia degli insetti, tra le prime indagini naturalistiche condotte con l’ausilio di un microscopio; Dentis in vipera virulenti anathomia (1646), uno studio speculare condotto sul veleno della vipera; L’Empedocle redivivo, dedicato alla descrizione della struttura generale dei moti dei corpi elementari; Nunzio del secolo cristallino (1628), una celebrazione dell’età moderna inaugurata dalla ricerca scientifica; Gli Opuscoli, editi nel 1644, un compendio di argomento ottico, astronomico, meteorologico e microscopico e l’innovativo De Systemate Orbis Cometici (1654), recante una mappatura degli “oggetti del profondo cielo”.