Gesualdo

Bufalino

Gesualdo Bufalino nasce a Comiso (Ragusa) il 15 novembre 1920.

Inizia gli studi liceali a Ragusa e li prosegue a Comiso. Sin dalla giovinezza forte è l’interesse per la letteratura europea, per i classici russi e francesi e per l’opera di Baudelaire.

Nel 1940 frequenta la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania per abbandonarla nel 1942 costretto dalla chiamata alle armi.

Di stanza a Campobasso, viene trasferito a Fano nelle Marche. Nel 1943 è a Sacile in Friuli da dove sfugge avventurosamente alla cattura da parte dei tedeschi riparando a Reggio Emilia.

Nel 1947 si laurea in Lettere presso l’Università di Palermo, inizia quindi la carriera d’insegnante prestando servizio prima a Modica e successivamente a Vittoria.

Sono gli amici Elvira Sellerio e Leonardo Sciascia a sollecitare la pubblicazione dei suoi scritti; vede così le stampe nel 1981 il romanzo Diceria dell’untore. Il libro ottiene un grande successo di critica e di pubblico fino a vincere, lo stesso anno, il Premio Campiello.

Negli anni successivi collabora con “Il Giornale” di Indro Montanelli, “La Stampa”, il “Corriere della Sera”, “Repubblica”, “Il Messaggero”, “L’Espresso”, “La Sicilia” e il “Giornale di Sicilia”.

Nel 1988 vince il Premio Strega col romanzo Le menzogne della notte edito da Bompiani.

Dopo l’esordio tardivo Bufalino vive una stagione di prolifica produzione letteraria, spaziando dalla poesia (L’amaro miele, 1982) alla memorialistica (Museo d’ombre, 1982), dagli aforismi (Il malpensante, 1987; Bluff di parole, 1994) alla narrativa (Argo il cieco, 1984;

L’uomo invaso, 1986; Qui pro quo, 1991; Calende greche, 1992; Il Guerrin Meschino, 1993; Tommaso il fotografo cieco, 1996), dall’antologia (Dizionario dei personaggi di romanzo, 1982; Il matrimonio illustrato, 1989; Cento Sicilie, 1993) alla saggistica (Cere perse, 1985; La luce e il lutto, 1988; Saldi d’autunno, 1990; Il fiele ibleo, 1995). Muore il 14 giugno 1996 a Vittoria a seguito di un incidente stradale.

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